giovedì 8 settembre 2011

VI Simposio - 11 agosto 2011

“Noli foras ire, in te ipsum redi, in interiore homine habitat veritas”

Non andare fuori, rientra in te stesso: è nel profondo dell'uomo che risiede la verità

(Sant’Agostino)

Non andare fuori, rientra in te stesso: è nel profondo dell'uomo che risiede la verità.

L’anima è il luogo dell’incontro con la verità: "Noli foras ire, in te ipsum redi, in interiore homine habitat veritas" (De vera religione, XXXIX, 72). Questa frase di Sant’Agostino incarna perfettamente la vita che il nostro caro Don Franco Marcone ha vissuto da sacerdote fedele, devoto e affezionato a Cristo. Dal mondo esterno all’interiorità dell’anima, alla verità trascendente: è questo l’itinerario che conduce alla conoscenza di Dio attraverso l’anima ed è questo il percorso che don Franco ha sperimentato. Lui era una persona attenta al prossimo, discreto e accogliente e le sue qualità sono state sempre ispirate dal Signore grazie alla sua dedizione a Lui. Pensando al tema da dare al simposio ho ripercorso la vita del mio amico Franco che ho avuto la fortuna di frequentare visto il forte legame di amicizia che ci legava: da piccolo era già di Cristo lo si notava dal suo operare e da giovane sacerdote era con Cristo lo si vedeva dal suo amore. Allora ho preso in considerazione questa frase di Sant’Agostino perché solo dialogando con la propria anima, ritirandosi in se stesso l’uomo può intraprendere la ricerca della verità. Lungi dall’essere un narcisistico ripiegamento su di sé, questa discesa nella profondità del cuore permette di trovare la via che si apre sugli infiniti orizzonti della trascendenza. Dice ancora sant’Agostino: se, scendendo in te stesso, ti troverai in un mondo pieno di disordine e di inquietudine, non arrestarti subito, ma procedi nella tua discesa, finché, giunto là dove dimora Colui che è la Verità e la Pace, potrai trascendere te stesso ed essere introdotto nell’oceano dell’Amore, così da non vivere più per te stesso, ma per Dio, diventando cooperatore del suo disegno di salvezza universale. Ed è proprio nell’intimità con Cristo che è sbocciata la vocazione di don Franco. Dio è nostra roccia, la parola di Dio resta salda, non come i nostri pensieri e i nostri sentimenti, che sono mutevoli. È Dio il vero maestro interiore e Franco nella sofferenza della sua malattia ha testimoniato tutto questo.

Voglio concludere questo mio breve intervento sottolineando ancora una volta la frase di Sant’Agostino: “Non andare vagando al di fuori di te, non disperderti nell’esteriorità, ma rientra in te stesso, perché è in te, nel tuo cuore, che abita la Verità”. È lì che Dio prende dimora, come ha detto Gesù stesso: “Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui” (Gv 14,23)

Gli scultori ospitati dal sagrato in questa edizione sono stati:

Renzo Durante, di Nardò (Le);

Hanife Yüksel, di Izmir, Turchia;

Óscar Aguirre Comendador, cubano ma residente a Valencia in Spagna;

Giuseppe Straccia, di Spinetoli (Ap);

Francesco Santori, di Grottammare (Ap).

I vincitori sono stati: Giuseppe Straccia per la giuria popolare mentre Renzo Durante per gli stessi scultori.