“L’uomo non può avere esempi umani per essere se stesso”
(Alda Merini)
Torna l’annuale appuntamento con la scultura e si fanno rivedere quegli scultori che nelle edizioni passate con i loro lavori ci hanno divertito, commosso, fatto emozionare. E ci hanno insegnato anche come col duro lavoro, da un’idea si può arrivare ad un’opera compiuta.
La formula rimane la stessa e quest’anno abbiamo scelto per loro come tema “L’uomo non può avere esempi umani per essere se stesso”,
Il tema di quest’anno è una frase della, recentemente scomparsa, poetessa Alda Merini.
Argomento molto dibattuto in quanto l’uomo moderno, come creatura incompleta, ritiene di potersi fare garante di se stessa e di poter fare della normalità qualche cosa di eccezionale, restando nella sfera del finito.
Ma quando l’uomo pretende di fare di sé qualche cosa di eccezionale, tutto quel che riesce a realizzare è una mostruosa caricatura della propria natura, del proprio destino e del proprio scopo.
Il paradosso è che un tale movimento dello spirito, dal punto di vista del finito (il problema della secolarizzazione), equivale non a un realizzarsi, ma ad un alienarsi e ad un perdersi. E ciò accade perché il relativo non può essere buon giudice dell’assoluto.
Non vi è altra natura, non vi è altro destino e non vi è altro scopo, per l’uomo, se non quello di accordare la propria volontà con la volontà di Dio: perché solo così egli si ritrova e si realizza, solo così diviene persona.
Ma porsi in relazione con Dio vuol dire spogliarsi di ogni residuo del proprio Ego e consegnarsi fiduciosamente e gioiosamente alla Sua potenza, riponendo in essa ogni fiducia.
Gli scultori ospitati dal sagrato in questa edizione sono stati:
Valentino Giampaoli, di Loreto (Mc) ma vive ad Isola del Gransasso d’Italia (Te);
Elena Saracino, di Udine;
Stephen King, inglese ma residente a Marsiglia in Francia;
Sergey Lopuhov, di Obninsk (Russia);
Nicola Monticelli, di Giulianova.